dio si riposa

Settimo giorno: Dio si riposa

In modo quasi umano è qui raffigurata 'la stanchezza' di Dio dopo i sei giorni della splendida creazione. Il braccio creatore, evidenziato dal mantello scostato, si abbandona stanco sul ginocchio destro, e in posizione abbassata rispetto al braccio sinistro. Persino osservando il volto di Dio si possono notare alcuni segni di stanchezza, negli occhi, nel taglio della bocca e nella postura del capo, leggermente inclinato verso la parte affaticata.

Descrizione
A coronamento del ciclo settimanale creativo, la totale novità dell'intervento di Dio è sottolineata dall'inversione dei colori nel globo sul quale siede. Al centro non sta più l'indicibile nero-luce bensì il bianco della pienezza sapiente e operosa del Creatore di ogni cosa, Lui che ha plasmato tutto, dai cieli sino alle profondità del mare e quanto in essi si contiene. L'iscrizione latina reca le parole di Genesi 2, 2, sempre con varianti: Riposò il Signore nel giorno settimo da ogni opera che aveva eseguito (latino: requievit Dominus die septimo ab omni opere quod patrarat). Risulta ammirabile il contrasto tra l'affaticameno del Creatore e la bellezza armonica delle piante grandi e piccole, dei fiori e dei frutti che gli fanno da cornice. Segni di stanchezza sono presenti nella testa piegata in direzione di un braccio destre appoggiato sul mantello. Persino le occhiaie sono segno del prolungato impegno da parte di Dio. Il giorno settimo, ideale compimento dei sei giorni di Creazione, diviene il cuore del messaggio biblico, tanto nella Prima Alleanza quanto nella Seconda e Definitiva, portata a termine da Gesù crocifisso, risorto, collocato alla destra del Padre.
Lo Shabbat ebraico, prima, e, la Domenica giudeo-cristiana e cristiana, poi, sono al centro di uno sviluppo storico ed ecclesiale, differenziato e prezioso per la vita delle persone, delle famiglie, della comunità sociale. In sintesi, nel cuore della Prima Alleanza, il Pentateuco, lo Shabbat garantisce la Signoria di JHVH all'interno del Popolo eletto e, nello stesso tempo, obbliga i Figli della Promessa a rispettare i poveri e i forestieri, evitando ingiusti accumuli di ricchezza. Anche l'anno sabbatico e il giubilare e messianico 'anno di grazia' sono derivazioni della originaria esperienza del 'settimo giorno. Nella definitiva Alleanza di Gesù, il Cristo del Padre, lo Shabbat è ricondotto alla semplicità e pienezza che Dio aveva progettato sin dai primordi della Creazione. Il riposo viene così ricondotto a esperienza di amore oblativo e di fruizione beata, anticipo della felicità eterna, paradisiaca, permeata di lode e di rendimento di grazie dinanzi alla Gloria divina, resa perfetta nella Misericordia. Dall'esperienza viva dell'incorruttibilità e della immortalità, ogni fedele e credente in Cristo partecipa pienamente all'esultanza del Regno di Dio, soprattutto nella fatica storica della condivisione delle sofferenze del nostro prossimo. Uno spicchio dello splendore divino viene dunque vissuto già in anticipo, qui sulla terra. E la sacra Liturgia diviene lo spazio privilegiato per lo 'shabbat' della Chiesa.