Normanni di Sicilia

Dalla prima metà del secolo XI e durante tutto il XII inizia, in Europa, una rinascita sociale e religiosa, fondata sulla riscoperta delle radici cristiane. Fu il secolo delle grandi cattedrali romaniche, fondate nel solco delle tradizioni carolinge ed ottoniane. In questo periodo, la Normandia, la Sicilia e l’Inghilterra, costituirono tre poli culturali, tra i più notevoli dell’archi-tettura medievale, producendo opere che ancora oggi, testimoniano uno spirito artistico originale, connesso alle tecniche costruttive, che precedettero lo strutturalismo gotico. Il Popolo Normanno trae le sue prime origini, dopo l’Anno Mille, nella regione dell’estuario della Senna dove, per opera del famoso capo Rollone, si stabilì un contingente wikingo, con centro politico a Rouen. Questa comunità riuscì in seguito, a mantenere una certa omogeneità sociale etnica e culturale, legata alle tradizioni ed alle espressioni artistiche celtiche. Di contro, ancor prima dell’invasione Wikinga, la Bassa Normandia ospitava, nella piana tra Caen e Bayeux, diverse enclave sassoni, ciascuna apportatrice di originali connotazioni culturali legate al mondo carolingio. Conseguentemente la cultura celtica si fuse con le esperienze architettoniche e le espressioni artistiche popolari, legate agli ordini monastici benedettini rifondati durante l’impero di Carlo Magno.
La Normandia presentava quindi, nei primi decenni del secolo XI, una realtà etnica alquanto eterogenea, le cui fazioni volentieri, entravano in conflitto. Fu merito del Duca Guglielmo, futuro conquistatore dell’Inghilterra, comporre i dissidi interni alla regione, con metodi alquanto decisi, imponendo progressivamente, dal 1048 al 1060, un governo centralizzato su tutti i territori ereditati dal padre: Roberto il Magnifico. L’idea di una centralità politica su base feudale, in un secolo segnato da sommosse ed anarchia diffusa, si rivelò, in seguito, l’idea vincente legata all’espansione normanna in Inghilterra e nell’Italia Meridionale. In quel periodo, alcuni giovani del Cotentin, cresciuti nel mito delle gesta della stirpe ducale, in cerca anche loro di conquiste, iniziarono nel 1016, una campagna di lenta penetrazione, trasformandosi da pellegrini a mercenari. Erano i cadetti di Tancredi di Hauteville, un signore feudale che aveva iniziato la propria carriera al servizio del Duca Riccardo II detto il Buono, padre di Roberto il Magnifico e nonno di Guglielmo, il futuro conquistatore dell’Inghilterra. Sottrassero intere regioni, come la Calabria e la Puglia, al dominio lombardo-bizantino minacciando l’espansione anche in Sicilia.
All’inizio ebbero difficili rapporti con il Papato, ma in seguito, ne divennero protettori ed a loro modo, diffusori della fede. Strappata la Sicilia al dominio saraceno, con Roberto il Guiscardo e Ruggero il Gran Conte, gli Altavilla, iniziarono la costruzione di nuove chiese, che pur improntate al lessico che proveniva dalla loro terra d’origine, accolsero sincreticamente le grandi esperienze artistiche bizantine. Nel Natale del 1130, Ruggero II figlio Ruggero il Gran Conte è incoronato a Palermo, Re di Sicilia, Calabria, Puglia e principe di Capua, con il preventivo consenso di Papa Anacleto II. Consolida il suo regno lottando contro l’Imperatore tedesco Lotario e gli stessi feudatari normanni. Ritornano anche i dissidi con il Papa con il quale si riappacifica definitivamente nel 1140 consrvando la legatio apostolica.. A Ruggero II succede il figlio Guglielmo I all’età di 34 anni. La sua investitura viene riconosciuta dal Papa Adriano IV che vede nel Re di Sicilia un baluardo contro lo strapotere dell’Imperatore Federico Barbarossa. Gli anni del regno di Guglielmo I sono contrassegnati da numerose rivolte e congiure di palazzo.
A Guglielmo I muore nel 1166, gli succede il figlio tredicenne Guglielmo II. Data la minore età il regno viene governato dalla Regina Madre Margherita di Navarra. Durante la sua reggenza continuano i tumulti, tanto che la Regina chiama in aiuto dalla Francia il cugino Stefano di Perche. Nomina precettore del giovanissimo sovrano un famoso religioso del tempo: Stefano di Blois e successivamente l’inglese Walter Offamilio che in seguito diverrà Arcivescovo di Palermo. Nel 1171 Guglielmo raggiunge la maggiore età e termina la reggenza di Margherita. Inizia la costruzione della Cattedrale di Monreale, capolavoro d’arte e d’architettura del Medioevo. Negli anni che seguono la corte di Palermo occupa un posto preminente nello scacchiere euromediterraneo. La popolazione del suo regno è composta oltre che dai Siciliani d’antica origine, anche da Lombardi, Arabi, Ebrei, Bizantini, Francesi ed Inglesi, Slavi con enclave di mercanti Veneziani, Genovesi e Pisani, tutti conviventi più o meno pacificamente nonostante le crociate. Al Re di Sicilia ed alla Regina Margherita, si rivolge per aiuto, anche l’Arcivescovo di Canterbury Tommaso Beckett in conflitto con Enrico II che pretende il potere di nomina dei chierici inglesi. In seguito Guglielmo, sposa Giovanna figlia dello stesso Enrico II, devota di Beckett divenuto martire. Guglielmo detto il Buono muore nel 1189 senza lasciare eredi. Intanto la zia Costanza, figlia postuma di Ruggero II era andata in sposa ad Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa. In virtù di questo matrimonio Enrico pretende la corona di Sicila, ma il popolo Siciliano si solleva preferendo il normanno Tancredi, di Lecce, nipote di Ruggero II. Tancredi ristabilisce l’or-dine e la pace in Sicilia come nel resto dell’Italia Meridionale. Sconfigge a Napoli Enrico VI, tornato in Italia per conquistare il regno di Sicilia. D’accordo con il Papa stipula alleanze con l’Imperatore di Bisanzio. Muore nel 1194, gli succede il giovanissimo figlio Guglielmo III con la reggenza della moglie Sibilla, ma nello stesso anno Enrico mette a ferro e fuoco la Sicilia e strappa la corona all’ultimo degli Altavilla. Nel Natale del 1194 con l’incoronazione di Enrico VI Hohenstaufen, termina il periodo della Sicilia Normanna ed inizia il periodo svevo.
Enrico incoronato Imperatore, si macchia di crudeltà verso i Siciliani ed il giovane Guglielmo III, morirà nel 1197, lasciando erede al trono il figlio Federico-Ruggero, in seguito Federico II (Stupor Mundi). Federico, Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1215, sarà in conflitto costante con il papato, porrà fine alle etinìe saracene di Sicilia deportandole a Lucera. Sarà tuttavia, protettore e promotore delle lettere e delle scienze, anticipando il Rinascimento alla corte di Palermo, dove secondo Dante Alighieri, per opera dei prosatori e poeti locali prese forma la lingua Italiana. A Federico succede Corrado IV, nato dal matrimonio con Isabella figlia di Giovanni di Brienne re di Gerusalemme, dopo appena quattro anni di regno muore nel 1254. Destinato alla successione è il figlio Corradino di appena due anni, diviene quindi reggente il fratello Manfredi che tuttavia si fa incoronare Re di Sicilia nel 1258. Il Papa Urbano IV nomina invece Re di Sicilia Carlo D’Angiò che sconfigge e fa uccidere Manfredi a Benevento nel 1266. In seguito farà uccidere anche i tre figli di Manfredi. I Siciliani mal sopportando il dominio angioino richiamano sul trono dell’Isola Corradino, ma dopo alcuni lusinghieri successi in battaglia viene catturato dalle forze angioine e giustiziato nell’Agosto del 1268.