Antico Testamento
Dalla Creazione ai Patriarchi: dall'Origine dell'Universo alla storia di Isacco e Giacobbe.
Le origini dell'universo, della terra e dell'uomo.
Le prime otto scene bibliche raccontano, in dettaglio di grande interesse, le origini primordiali dell’universo, della terra, dell’uomo. Vale la pena sottolineare come il volto del Creatore, il Padre, corrisponda esattamente ai lineamenti del volto di Cristo storico. La scelta ha profonde radici teologiche. Seguendo attentamente il libro della Genesi, il creatore dei mosaici racconta le origini dando un posto preponderante all'elemento "aquesse", dalla prima scena a quella della creazione dell'uomo (n. 9), dove Dio è rappresentato con piedi nudi immersi nel fango con cui ha appena modellato Adamo.
L’artista che ha progettato i mosaici di Monreale, descrivendo la Creazione dell’Universo e dell’Uomo, ha mostrato perspicacia nella lettura della prima pagina della Bibbia. Infatti, il ciclo dei sette “giorni” durante i quali Dio ha plasmato la creazione è preceduto dal soffio dello Spirito di Dio sul caos primordiale. Nella catechesi pasquale, la creazione del mondo è stata un evento, un "mistero", visto in stretto collegamento con la creazione "nuova e definitiva", quella che il Cristo risorto ha inaugurato manifestandosi ai suoi discepoli.
L'uomo e la donna nel Paradisoo.
La creazione di Eva e l’episodio di tentazione e di disobbedienza sono rappresentati dall’iconografo con un sorprendente dinamismo e profondità di prospettiva, scelte innovative rispetto all’iconografia bizantina.
La creazione di Eva e l'evento della tentazione e della disobbedienza, vengono rappresntate dall'iconografo con sorprendente dinamismo e profondità prospettiche, scelte innovative in relazione alla stessa tradizione iconografica bizantina. I tragici eventi legati al peccato dei progenitori verranno superati nelle vicende salvifiche e santificanti della Pasqua di Gesù, portate a perfezione con la pienezza della nuova effusione dello Spirito Santo a Pentecoste.
Caino e Abele
Quattro scene sono dedicate al conflitto fratricida originale. L’evento è della massima importanza storica e liturgica. Storicamente, Abele incarna la cultura arcaica della caccia e del bestiame su piccola scala; Caino, d'altra parte, simboleggia il nuovo potere della "rivoluzione agricola" avvenuta in epoca neolitica. Anche se più ricco di Abele, Caino è più avaro e la sua offerta iniziale è sgradevole agli occhi dell’Onnipotente. A livello liturgico Abele diventa la prima “figura” di Cristo: egli sarà infatti il vero Agnello senza difetto e luogo, offerto come primario in sacrificio a JAVEH e gradito a lui.
Al conflitto fratricida originario, sono dedicate quattro scene. L'evento è di alta importanza storica e liturgica. Storicamente, infatti, Abele rappresenta la cultura arcaica dedita alla caccia e all'allevamento del bestiame piccolo; Caino, invece, rappresenta il nuovo potere della 'rivoluzione agricola' avvenuta nel neolitico. Pur essendo più ricco di Abele, Caino è avaro e la sua offerta di primizia, oggettivamente difettosa, è sgradita agli occhi dell'Onnipotente. A livello liturgico, Abele diviene la prima 'figura' del Cristo Gesù: questi sarà infatti il vero Agnello senza difetti e senza macchia, offerto in sacrificio di primizia a JHVH e il suo olocausto sarà gradito agli occhi del Padre.
Noè, il diluvio e l'Alleanza
Questo ciclo è di grande importanza nella catechesi battesimale (mistaggica) della Pasqua cristiana. Molti elementi portano ad un ampio parallelo tra il legno e la croce, la nave e la Chiesa, la colomba e lo spirito di vita, la prima alleanza e l’alleanza finale.
Questo ciclo assume rilievo nella catechesi battesimale della Pasqua cristiana. Molti elementi conducono ad un esteso parallelismo tra legno e Croce, barca e Chiesa, acqua e Battesimo, colomba e Spirito che dona vita, Alleanza prima e alleanza definitiva.
Abramo, preceduto dall'evento di Babel
Introdotto dall’episodio della Torre di Babele, il ciclo del Patriarca Abramo raggiunge un significato culturale e liturgico di alto livello. La cultura delle antiche civiltà, ad esempio, phenico-punica, vive nel sacrificio del primogenito uno dei punti più drammatici e sacri (scene 32-33). Il superamento di questo tipo di sacrificio è presente non solo nel racconto di Abramo, ma serve come preludio al vero e unico sacrificio del "Figlio Unico Figlio", Cristo, offerto dal Padre sulla croce per l'espiazione dei peccati e come primizie della carità divina.
Il ciclo dedicato al Patriarca Abramo raggiunge alti livelli di significato culturale e liturgico. La cultura delle antiche civiltà, ad esempio fenicio-punica, ha nel sacrificio del primogenito, uno dei punti più drammatici e sacri (scene 32-33). Il superamento di tale genere di sacrificio non solo è presente nel racconto di Abramo, ma prelude al vero e unico sacrificio dell' 'Unico-Unigenito', il Cristo, offerto dal Padre sulla croce per i peccati e come primizia di carità divina.
I patriarchi Isacco e Giacobbe
Con il testo della Genesi che racconta le vicissitudini di Isacco e Giacobbe, il narratore sposa lo stile illustrativo più storico. Particolare dinamismo è dato alle ultime tre scene (38-40), con Jacob che fu fusa, sognando, combattendo con l'Angelo di YHWH e ricevendo il suo nuovo nome, Israele.
Con il testo della Genesi che racconta le vicende di Isacco e di Giacobbe, il narratore conclude l'itinerario battesimale che domina la navata centrale. Particolare dinamismo è dato alle ultime tre scene (42-44), con Giacobbe che fugge, sogna, lotta e, al termine di questa, gli viene dato il nuovo nome di 'Israele'.