Giacobbe vive il sogno della scala sulla quale gli angeli scendono e salgono dal cielo. Il giorno seguente compie un sacrificio di ringraziamento.
Descrizione
Nota pagina biblica, Genesi 28, 20-22, variamente utilizzata nella storia delle religioni di origine abramitica e nelle tradizioni cristiane orientali e occidentali* [Nella complessità delle stratificazioni del testo dette tecnicamente 'redazioni', rammentiamo la differente narrazione circa la partenza di Giacobbe agli inizi del capitolo 28, 1-7: qui è lo stesso patriarca Isacco a organizzare e benedire la partenza di Giacobbe verso est]. Nell'iscrizione leggiamo, in due blocchi: Vide Giacobbe una scala; la sua sommità toccava i cieli. Eresse Giacobbe una pietra, sulla cima spargendovi sopra dell'olio (latino: Vidit Iacob scalam; summitas eius caelos tangebat. Erexit Iacob lapidem in titulum fundens oleum desuper). [10] Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. [11] Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. [12] Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. [13] Ecco il Signore gli stava davanti e disse: "Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza. [14] La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra. [15] Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto". [16] Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: "Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo". [17] Ebbe timore e disse: "Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo". [18] Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. [19] E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. [20] Giacobbe fece questo voto: "Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, [21] se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. [22] Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima".
Diamo evidenza, in questa occasione al tipo di materia sacrificale scelta da Giacobbe, al v. 18: si tratta di olio, e riconduce alla tradizione di offerte tratte dalla coltivazione della terra e, dunque, senza spargimento di sangue, incruente. Un testo capitale per entrare in sintonia con le offerte, di primizia o di ringraziamento, incruente o incruente, sono i primi tre capitoli del libro del Levitico. Puntualizzazioni in questa direzione sono essenziali per alleggerire la diffusa pregiudiziale nei confronti del cristianesimo e dell'ebraismo - e di altre religioni -: essere, cioè, all'origine della violenza umana, presentando un Dio che esige sacrifici di sangue e, in tal modo, diventando causa di ogni tragedia nel mondo. Categorie come quella del 'capro espiatorio', sono diventate anche in recenti dibattiti sociali e filosofici un punto di riferimento per queste accuse nei confronti delle religioni monoteiste. Vedi, in questa ottica, i celebri contributi dell'antropologo René Girard, - La violenza e il sacro (Paris 1972; Milano 1980); - Il capro espiatorio (Paris 1982; Milano 1987).