Introduzione

Nella Chiesa cattedrale di Monreale, città che sorge nei pressi di Palermo, in Sicilia, si ammira una tra le superfici di mosaici più grandi e interessanti al mondo. Finanziata e realizzata dal re siculo-normanno Guglielmo II, detto Il Buono, l'area artistica che stiamo per visitare ci immette in mondi culturali e religiosi che, pur distanti da noi di nove secoli, aiutano a comprendere anche il nostro XXI secolo.

Prima di inoltraci in questa Visita Virtuale è opportuno richiamarci, tutti, ad un fatica 'cerebrale'. Per capire, anche a livello minimo, l'essenziale di ciò che è e significa lo spazio sacro di Monreale, bisogna immergerci nei valori e negli eventi storici che danno logica vivente ai suoi celebri mosaici. Se non ci si sottoponesse a questo sforzo culturale, il turista o lo stesso credente cristiano ammirerebbero il lato esteriore dei manufatti architettonici e artistici. Ma, ripetendosi questi, in modo accentuato, il gruppo dei visitatori si stancherebbe subito dopo la presentazione di due o cinque concetti base o immagini tipo. Lo stesso fenomeno accadrebbe se visitassimo celebri spazi sacri mondiali come il tempio buddista di Angkor in Cambogia, o il palazzo buddhista del Potala, a Lhasa in Tibet, o il tempio egiziano del dio Amon a Luxor. Lo sforzo che richiediamo sarà compensato da una speciale soddisfazione culturale e, auspichiamo, anche spirituale, trattandosi di architettura religiosa vissuta.

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Nell'avvicinamento al sito di Santa Maria La Nuova in Monreale, immaginiamoci di partire dall'attuale Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Punteremmo all'area boreale, molto più ricca di terre emerse e al grande mare 'chiuso' del Mediterraneo, fenomeno geologico unico in tutto il pianeta Terra.
Vicino a due oceani e con fiumi che penetrano in profondità in due continenti (Africa, Europa) il 'Mare nostrum', come lo chiamavano i Romani, ha fatto da culla ideale ad alcune macro-civiltà che, insieme, hanno costruito il mondo moderno: parliamo della civiltà mesopotamico-persiana, della civiltà egiziana e della civiltà greco-romana, detta 'occidentale'. Ci si avvicina ulteriormente. La Sicilia la si vede collocata in modo tale che le due parti del mare Mediterraneo si restringono proprio in prossimità sua. E non ci riferiamo solo allo 'Stretto' di Messina. I commerci e i viaggi marittimi antichi forzatamente si imbattevano nel territorio siculo, riconoscendogli quella priorità geopolitica che a tutt'oggi gli è implicitamente attribuita, a livello strategico militare mondiale. La storia dell'umanità medio-orientale e occidentale, dunque, vede nella nostra Isola uno spazio privilegiato di cultura e di vita: da Omero si giuga sino a Federico II, unico 'imperatore d'occidente' che tentò di realizzare un disegno imperiale che vedesse l'Isola come 'cuore', centro direzionale politico, religioso, militare, commerciale.
Ci avviciniamo, ora, a Palermo, area portuale di prima grandezza sin dalle civilizzazioni pre-greche, elime, sicane, sicule. Il predetto 'sogno imperiale' di Federico II, ha profonde radici nei Re normanni che crearono opere d'arte e d'architettura come la cattedrale di Cefalù, la Cappella palatina in Palermo e la nostra cattedrale, in Monreale. Nel massimo fulgore del potere normanno, il re Guglielmo II il Buono, con risorse ingenti, portò a buon punto di compimento la chiesa di Santa Maria la Nuova, primariamente progettata come chiesa della 'Cittadella reale' che avrebbe anche dato origini al toponimo, 'Monreale'. In essa il Re aveva previsto di collocare il sarcofago contenente i propri resti mortali, come a tutt'oggi si può visitare. Sarebbe stata dunque considerata dalla casa reale siculo-normanna, quale 'Chiesa di famiglia'. La ricchezza culturale del territorio urbano di Palermo e dei suoi dintorni destava meraviglia in tutti.
La civilizzazione araba, per tre secoli, vi aveva profuso il meglio delle sue acquisizioni scientifiche, tecnologiche, artistiche. La cosiddetta 'Conca d'Oro' palermitana, dominata dallo spiazzo naturale sul quale sorge la nuova 'Monreale', era da considerarsi una meraviglia di giardini irrigati, con piante da frutto famose nel mondo, La si poteva considerare - tenuto conto anche del contrasto estivo di un caldo torrido - un autentico 'paradiso terrestre'. Ricordiamoci, del resto, che l'etimologia accadico-sumerica di 'paradiso' significa, appunto, 'giardino', come la stessa Bibbia ebraico-cristiana descrive nel libro della Genesi.

Con l'insostituibile chiarezza della grafica, si può ammirare la sensatezza del progetto di Guglielmo II di voler realizzare una 'Cittadella', fortificata e deliziosa, nei pressi della grande Palermo.
Il punto centrale della Cittadella reale è costituito dalla grande Chiesa, innalzata quasi subito alla dignità di Cattedrale, sede arcivescovile. Essa fu destinata, anche nei secoli successivi, ad un ruolo primario nell'ambito della gestione ecclesiastica. Ci riferiamo qui alla scelta della dignità episcopale di 'metropolita', riconosciuta sin dalla fine del XII secolo a al Pastore della Diocesi monrealese.
Accanto allo spazio sacro e liturgico, sulla destra guardando ad est verso Palermo, troviamo il Palazzo del Re. Se confrontato con il Monastero, esso occupa meno spazio architettonico. Ciò è da ricondurre alla vicinanza con i Palazzi centrali della vicina capitale politico-religiosa. Il re e parte della sua corte, infatti, in breve tempo poteva raggiungere la Cittadella di Monreale, luogo sicuro e splendido.
Un terzo elemento basilare nella progettazione lo ritroviamo nella costruzione del grande Monastero, sull'altro lato della Cattedrale. L'ampiezza delle architetture monastiche si rese ovviamente necessaria per la continua manutenzione e accoglienza che i numerosi monaci cavensi erano stati chiamati a garantire, lungo tutti i mesi dell'anno.
Nelle tre grandi piazze porticate o aree di aggregazione, si riunivano le tre componenti della Cittadella monrealese, prima che accedessero all'ambiente in cui si celebrava la sacra Azione liturgica. Stiamo parlando del popolo, del Re e la sua Corte, del Vescovo Abate e la sua Comunità monastica.
In ogni elemento progettuale si esaltano gli apporti della genialità normanna e di quella benedettina cavense.
In relazione a quest'ultima poniamo in debito risalto l'ispirazione nordica normanna e orientale bizantina. Ci riferiamo in particolare al modello architettonico di insediamento monastico cluniacense (chiesa, sede dell'abate e della comunità, chiostro, officine e giardini) e all'evidente ispirazione bizantina, preponderante nel realizzare le aree interne della Chiesa cattedrale, mosaicate in modo splendido.
Prima di concludere, citiamo anche la costruzione di un primo nucleo di abitazioni popolari, sedi necessarie per il mantenimento di stuoli di artigiani e operai, impegnatissimi nel costruire in tempi molto brevi questo capolavoro di casa reale normanna.

Scegliamo di avvicinare lo spazio sacro della Cattedrale dedicata a Santa Maria Nuova, rispettandone gli orientamenti naturali. La pianta a forma di croce latina e la direzione dell'abside centrale verso Est, offrono evidente priorità alla piazza principale, porticata, collocata sul lato ovest.
La Porta bronzea di Bonanno vede il passaggio, verso il Tempio di Dio, da parte del Re, che procede a capo del suo Popolo, coadiuvato dalla comunità monastica residente. In asse con tale entrata solenne, si svilupperanno le percezioni estetiche e religiose di chi partecipa alla sacra Liturgia, vissuta con Maria Madre di Dio, alla luce del Cristo 'pantocrator'.
Il Re poteva fruire di alcuni speciali privilegi: aveva accesso diretto al Presbiterio, partendo dal contiguo Palazzo reale. I funzionari della sua 'corte regale', a loro volta, entravano a metà della navata centrale attraverso la porta di Barisano.
Procedendo verso la zona triabsidale esterna, il visitatore ha modo di ammirare la mirabile intersezione di soluzioni artistiche tipiche del mondo normanno e tipiche del mondo arabo.
Giungiamo finalmente alla zona abitata e gestita dai monaci cavensi. Condotti dall'azione pastorale e paterna dell'Abate-Arcivescovo, entravano nella Casa di Dio, passando attraverso il Chiostro.

La conformazione dello splendido Pianeta Terra, colonizzato dalla specie umana negli ultimi 30 mila anni, ha visto privilegiare l'Emisfero boreale, a nord della linea equatoriale.
Il Mare Mediterraneo, se paragonato ad altre aree geopolitiche, appare subito come singolarmente predisposto ad un ruolo primario nella storia dell'Umanità. Si notino almeno tre fra alcune caratteristiche emergenti: - il grande fiume Nilo 'aggancia' quasi la metà del continente Africano, culla della famiglia umana - lo sbocco nell'Oceano Atlantico aumenta fortemente l'opportunità di navigazione intercontinentale; - le rotte marittime interne quasi 'si scontrano' con la nostra grande isola, la Sicilia. Tutte le grandi civiltà medio-orientali e occidentali hanno dovuto riconoscere a questo territorio un evidente ruolo di prima grandezza nelle relazioni commerciali e culturali tra popoli e nazioni.
In tale contesto si comprende l'orientamento di alcune popolazioni del Nord Europa Occidentale a navigare verso sud e a stanziarsi nella prima zona del Mediterraneo, entrando dallo stretto di Gibilterra. Stiamo parlando, appunto, dei Normanni, o 'uomini del Nord', elemento costitutivo per gli eventi sociali ed ecclesiali dei secoli XI-XIII d.C., periodo nel quale vedono la luce capolavori artistici come le cattedrali di Cefalù e di Monreale. In precedenza, esempi di altre ampie migrazioni via terra, si possono citare con l'avventura militare di Annibale (dalla Tunisia all'Italia, percorrendo Spagna e Francia) e, all'inverso, con le conquiste territoriali da parte dei Vandali.
Palermo, con Messina, Catania, Siracusa, Agrigento, Selinunte-Mozia-Trapani, sono divenuti approdi molto importanti per la storia antica e medievale dell'Isola.
La recente modernità attende ancora che ci si avvii sulle vie di un ritorno, innovativo, a tale centralità geopolitica e socioeconomica.
Per la civiltà normanna rivestì un ruolo di primaria importanza l'area nord-ovest della Sicilia, con al centro l'antico porto della città preromana di Palermo.
Il territorio circostante, offriva, poi, un pianoro di alto valore strategico, scelto da Guglielmo II, detto il Buono, per costruirvi la 'Cittadella reale', luogo di residenza, di difesa, di esaltazione dinastica con la collocazione delle tombe di casa reale normanna.