Chiostro del monastero monrealese 

Il luogo migliore, oggi, per il definitivo congedo dalla cattedrale di Monreale resta inequivocabilmente il chiostro porticato del Monastero, riconosciuto capolavoro dell'arte medievale. Infatti, mancandoci le due antiche piazze porticate, a ovest (entrata principale della cittadella) e a nord (palazzo reale), i turisti e i credenti che hanno appena terminato la visita dei mosaici possono stare al sicure di ogni rischio di intemperie (piogge, vento, neve) o di caldo torrido.

Come ogni chiostro monastico, in particolare di ispirazione cluniacense, il luogo è da considerarsi il centro del veloce muoversi monastico nei vari uffici e, in seconda istanza, garantisce l'esigenza primaria della raccolta artificiale di acqua piovana, con gli arcaici efficienti sistemi di stoccaggio attraverso cisterne. Il pozzo, nei chiostri ha appunto questa origine logistica. Da quest'ultimo punto di vista si noterà che la fontana e il pozzo non sono esteticamente collocati al centro del chiostro, ma in modo più pragmatico, ne occupano un angolo, sud-est, consentendo ai monaci di attingere acqua senza dover affrontare sole o altro tipo di difficoltà stagionale. [Nei piccoli chiostri di piccoli conventi, come ritroviamo nella tradizione francescana riformata e cappuccina, non si necessita di una collocazione all'angolo, poiché il tragitto tra portico e pozzo è davvero risibile.]

Respirando, dunque, atmosfera di pace, di tranquillità, di serenità, in un silenzio che attutisce il brusìo del mondo lavorativo e itinerante, possiamo brevemente focalizzare alcuni valori artistici e religiosi emersi dalla nostra visita. Innanzitutto si è entrati in contatto con una dimensione estetica dell'esistenza. La bellezza e lo splendore sono entrati prepotentemente nei confini della nostra 'privacy' e con forza magnetica ci hanno attirato verso l'alto, verso persone storiche di primario interesse per il nostro oggi e il nostro domani, infine, verso persone misteriose e vicine come Dio, in Cristo e nella Chiesa, come gli spiriti angelici, come i santi di ogni epoca storica. Abbiamo, poi, percepito il valore della dimensione socio-politica, specialmente applicata ad un periodo storico, quello medievale, latino-normanno, che ha visto sfavillare per l'intera Sicilia, una grande opportunità di ritrovarsi al centro delle relazioni internazionali dei secoli XI-XIII. Da Ruggero II (+ 1154) sino a Federico II (+ 1250), passando per Guglielmo II (+ 1189), le vicende dell'Isola le riconoscono il valore geopolitico che oggettivamente possiede da sempre. Ci siamo avvicinati, pur in modo sommario e inadeguato, alla dimensione religiosa, vera anima dell'architettura e dell'arte monrealese.

Il nostro sforzo è stato di iniziare un approccio scientificamente 'sostenibile', fuggendo da esasperazioni pro o contro determinate categorie religiose, cristiane, intra-cristiane o puramente laiche. Abbiamo visto, in modo chiaro, manifestarsi il delicato perenne equilibrio tra monso visibile e mondo invisibile, tra rito e vita, tra contemplazione e azione, tra liturgia e diakonia, tra celebrazione liturgica e intervento socio-politico, tra lavoro e riposo, tra storia e meta-storia o eternità. In modo specifico, ci siamo avvicinati in maniera più attenta alle origini bibliche e alla vita di Gesù, il Cristo, generato da Maria di Nazaret; siamo stati accolti non soltanto dalla corte normanno-sicula, ma anche, in modo trascendente, dalla corte del Signore onnipotente (pantocrator), immenso e umile, glorioso e semplice, altissimo e materno. Prima di lasciarci definitivamente, auspichiamo di aver dato un poco più di luce a questa grande Terra di Sicilia e alla sua Chiesa. In particolare ringraziamo i Frati Minori Cappuccini che hanno promosso questo sforzo culturale, loro che, attraverso l'attuale opera Casa del Sorriso - fondata da padre Clemente Giadone e da altri suoi confratelli - cercano di confortare e sostenere il cammino arduo e gioioso, sofferto e costruttivo di un mondo, il nostro, che da poco si è affacciato nel III millennio.