Isacco benedice Giacobbe

La benedizione di primogenitura che Isacco pensa di dare a Esaù, in realtà, con la collaborazione di Rebecca, viene data a Giacobbe.

Descrizione
Mentre Esaù sta tornando a casa con la selvaggina, Rebecca ha già organizzato l'ingannevole sostituzione del gemello Giacobbe, al posto del primogenito designato. Si noti che Esau sta trasportando, nella parte terminale del suo arco non dei volatili bensì una lepre. Le condizioni per il conflitto intrafamiliare sono del tutto chiare partendo da Genesi 25, 21-28: [21] Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. [22] Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: "Se è così, perché questo?". Andò a consultare il Signore. [23] Il Signore le rispose: "Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo".
[24] Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. [25] Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. [26] Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero. [27] I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. [28] Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe. L'iscrizione, riferita a Genesi 27, 5-30, è breve e didascalica: Qui benedisse Isacco il figlio suo Giacobbe (latino: Hic benedixit Ysaac Iacobum filium suum). Ma che gli eventi non si siano svolti nella normalità che l'iscrizione sembra mostrare, è già presente in alcune stranezze, pure esse derivate dal testo biblico. Ci riferiamo alle mani e al collo di Giacobbe, ricoperte di pelli d'animali. Per comprendere al meglio gli eventi non c'è di meglio che avvicinare la narrazione originaria, degustandone ogni particolare: [1] Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più.
Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: "Figlio mio". Gli rispose: "Eccomi". [2] Riprese: "Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. [3] Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, esci in campagna e prendi per me della selvaggina. [4] Poi preparami un piatto di mio gusto e portami da mangiare, perché io ti benedica prima di morire". [5] Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa. [6] Rebecca disse al figlio Giacobbe: "Ecco, ho sentito tuo padre dire a tuo fratello Esaù: [7] Portami la selvaggina e preparami un piatto, così mangerò e poi ti benedirò davanti al Signore prima della morte. [8] Ora, figlio mio, obbedisci al mio ordine: [9] Và subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io ne farò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto. [10] Così tu lo porterai a tuo padre che ne mangerà, perché ti benedica prima della sua morte". [11] Rispose Giacobbe a Rebecca sua madre: "Sai che mio fratello Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia. [12] Forse mio padre mi palperà e si accorgerà che mi prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una benedizione".
[13] Ma sua madre gli disse: "Ricada su di me la tua maledizione, figlio mio! Tu obbedisci soltanto e vammi a prendere i capretti". [14] Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre. [15] Rebecca prese i vestiti migliori del suo figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; [16] con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. [17] Poi mise in mano al suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato. [18] Così egli venne dal padre e disse: "Padre mio". Rispose: "Eccomi; chi sei tu, figlio mio?". [19] Giacobbe rispose al padre: "Io sono Esaù, il tuo primogento. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Alzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica". [20] Isacco disse al figlio: "Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!".
Rispose: "Il Signore me l'ha fatta capitare davanti". [21] Ma Isacco gli disse: "Avvicinati e lascia che ti palpi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no". [22] Giacobbe si avvicinò ad Isacco suo padre, il quale lo tastò e disse: "La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù". [23] Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e perciò lo benedisse. [24] Gli disse ancora: "Tu sei proprio il mio figlio Esaù?". Rispose: "Lo sono". [25] Allora disse: "Porgimi da mangiare della selvaggina del mio figlio, perché io ti benedica". Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve. [26] Poi suo padre Isacco gli disse: "Avvicinati e baciami, figlio mio!". [27] Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l'odore degli abiti di luie lo benedisse: "Ecco l'odore del mio figlio come l'odore di un campo che il Signore ha benedetto. [28] Dio ti conceda rugiada del cielo e terre grasse e abbondanza di frumento e di mosto. [29] Ti servano i popoli e si prostrino davanti a te le genti. Sii il signore dei tuoi fratelli e si prostrino davanti a te i figli di tua madre. Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto!". [30] Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando arrivò dalla caccia Esaù suo fratello. [31] Anch'egli aveva preparato un piatto, poi lo aveva portato al padre e gli aveva detto: "Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, perché tu mi benedica". [32] Gli disse suo padre Isacco: "Chi sei tu?".
Rispose: "Io sono il tuo figlio primogenito Esaù". [33] Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: "Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, poi l'ho benedetto e benedetto resterà". [34] Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Egli disse a suo padre: "Benedici anche me, padre mio!". [35] Rispose: "È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la tua benedizione". [36] Riprese: "Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato già due volte? già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia benedizione!". Poi soggiunse: "Non hai forse riservato qualche benedizione per me?". [37] Isacco rispose e disse a Esaù: "Ecco, io l'ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l'ho provveduto di frumento e di mosto; per te che cosa mai potrò fare, figlio mio?". [38] Esaù disse al padre: "Hai una sola benedizione padre mio? Benedici anche me, padre mio!". Ma Isacco taceva ed Esaù alzò la voce e pianse.
[39] Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse: "Ecco, lungi dalle terre grasse sarà la tua sede e lungi dalla rugiada del cielo dall'alto. [40] Vivrai della tua spada e servirai tuo fratello; ma poi, quando ti riscuoterai, spezzerai il suo giogo dal tuo collo". [41] Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: "Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe". [42] Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed essa mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: "Esaù tuo fratello vuol vendicarsi di te uccidendoti. [43] Ebbene, figlio mio, obbedisci alla mia voce: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano. [44] Rimarrai con lui qualche tempo, finché l'ira di tuo fratello si sarà placata; [45] finché si sarà palcata contro di te la collera di tuo fratello e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto. Allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un sol giorno?".