Dio Creatore, tornato nella sua divina distanza trascendente rappresentata dall'emisfero con al centro il fenomeno del nero-luce, gradisce soltanto l'offerta senza difetto di Abele.
Descrizione
Generati da Eva, i primi figli di Adamo, Caino e Abele, sono raffigurati nel solenne momento del rituale dono delle proprie primizie a JHVH. L'iscrizione è didascalica: Caino e Abele offrono a JHVH gli olocausti (latino: Caym et Abel offerunt Domino holocausta). Genesi 4, 3-4, usa un linguaggio perfettamente compatibile con i doni di primizia, ritualmente presentati alla Divinità.
Lo stesso termine 'olocausto', nel titolo della scena, se raffrontato con attenzione nella base dati biblica, sta a significare l'accoglienza della parte del dono destinata a Dio. Il gesto di accettazione divina, sin dall'antichità e nelle varie tradizione religiose, viene attualizzato con la consumazione nel fuoco della parte offerta al Signore, onde evitarne usi impropri successivi. Caino e Abele sono raffigurati con vesti e calzari dignitosi, anche se tra loro differenti nei colori. L'altare di pietra è già pronto a ricevere i doni da olocausto: il fuoco acceso sta a indicare l'imminente presentazione dei doni riservati a Dio.
JHVH gradisce il dono di Abele, pur essendo costui un allevatore di bestiame minuto e, per questo, appartenente alla povera tradizione del nomadismo arcaico. L'effetto positivo della gradita accoglienza del sacrificio viene descritta con una mano che fuoriesce dalla nube luminosa. Da essa si diparte un raggio bianco e blu che, nella vicinanza della vittima, un agnello offerto con venerazione e timore, diviene scintilla di fuoco, innescante il processo di olocausto. Di nuovo rammentiamo che la tipologia dell'attività dei due fratelli, riassume sinteticamente i due grandi lavori delle società arcaiche: l'allevamento di bestiame minuto nel modello del nomadismo, la coltivazione pianificata del terreno con la recente rivoluzione agricola nel neolitico. Tuttavia, la maggiore oggettiva ricchezza di Caino non ne aumenta la maturità religiosa. Al contrario lo induce ad offrire parte dei frutti della coltivazione del suolo, scelti con spirito di egoistico risparmio delle risorse.