L'iscrizione è didascalica e si riferisce a Lc 1, 22: Zaccaria, stupefatto all'interno del Tempio, alla parola dell'Angelo divenne muto (latino: Zacharias stupefactum in Templo verbo Angeli obmutuit). La scena, purtroppo oggetto di restauri successivi - si notino i tratti del volto di Zaccaria e dell'angelo - raffigura la specifica funzione sacerdotale di quel determinato turno: il sacrificio quotidiano dell'incenso. Data la mancanza di riferimenti iconici secondo i canoni biblici, gli artisti non hanno alcuna cura di fedeltà all'architettura interna del Santuario in Gerusalemme, in epoca erodiana.