La presentazione del primogenito al Tempio

Proponiamo di collocare qui la scena della Presentazione del primogenito al Tempio, in occasione della purificazione della madre, dopo il quarantesimo giorno dalla nascita, secondo le norme della legislazione ebraica, ancora oggi vigente in alcune Chiese orientali. L'evento evangelico, narrato in Lc 2, 22-38, reca l'iscrizione: Presentazione del Cristo nel Tempio (latino: Praesentatio Christi in Templo). Quattro personaggi, danno splendida simmetria narrativa alla scena. Da sinistra, Giuseppe reca le due tortore, Maria in attento ascolto, il vecchio Simeone con il bimbo sollevato tra le sue braccia velate, e infine, Anna recante la profezia: E' posto, qui, per la rovina... (latino: Positus est hic in ruinam...). Per amore del vero, il testo profetico fu proclamato da Simeone (Lc 2, 35). In questo caso torniamo a proporre il testo biblico per intero:
[21] Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. [22] Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, [23] come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; [24] e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. [25] Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; [26] lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. [27] Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, [28] lo prese tra le braccia e benedisse Dio: [29] "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; [30] perché i miei occhi han visto la tua salvezza, [31] preparata da te davanti a tutti i popoli, [32] luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
[33] Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. [34] Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione [35] perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". [36] C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, [37] era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. [38] Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. [39] Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. [40] Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Concludiamo questa sezione ricordando la sapienza che soggiace alla legislazione del riscatto del primogenito, ben lontana da presunte pretese divine, interpretate a volte come indebita e ingiusta ingerenza nella storia e nella liberta umana (si parta dal testo di Levitico 12, 1-8).