La cacciata dei venditori dal tempio

Da Gerico Gesù sale a Gerusalemme, luogo sacro per antonomasia, luogo nel quale compirà la sua missione e la sua testimonianza. Nel Tempio, casa di Dio, casa di preghiera, rovescia i tavoli dei venditori di animali destinati ai sacrifici e dei cambiavalute. Il testo di Matteo 21, 12-13 ha corrispondenza in Mc 11, 15-17 e in Lc 19, 45-46, e reca come iscrizione: Gesù caccia dal Tempio i venditori di pecore e buoi e rovescia i tavoli dei cambiavalute (latino: Iesus eicit de Tempo vendentes oves et boves et mensas nummulariorum evertit). I racconti di Matteo e Marco sono storicamente più esatti della nostra scena e iscrizione: vi si parla infatti di vendita di colombe, offerta accessibile alla grande maggioranza di pellegrini. L'opportunità di cambiare facilmente il denaro ne velocizzava l'acquisto.
Matteo 21 [12] Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe [13] e disse loro: "La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri". Marco 11, [15] Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe . [16] e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio.. [17] Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!". La nostra scena è di grande dinamicità ed esprime in massimo grado l'ira del Messia che difende la dignità del Luogo di culto e di preghiera. Pietro concorda con quanto sta facendo il suo Maestro e Signore.