Ci troviamo nel sesto luogo di osservazione, detto anche 'diakonikon', al centro dell'area mosaicata dedicata all'Apostolo Pietro, sulla destra del Duomo, al termine della navata meridionale e relativo transetto. Iniziamo il nostro piccolo tour artistico e teologico, partendo dalla volta a crociera, con effetti cruciformi dati dalla luce che entra dalle due finestre laterali. L'effetto colorico artificiali è davvero notevole, ampliando l'effetto della croce gemmata che impreziosisce l'aureola rotonda dell' 'Hemmanuel', il 'Dio con noi' che riconduce al Profeta Isaia (7, 14), perfetto nel prefigurare i due 'misteri nascosti' del Messia: l'incarnazione dalla Vergine Madre e la Passione del Redentore nei celebri 'canti del Servo di JHVH' (Deutero-Isaia, dal capitolo 40 al capitolo 55). Dal punto di vista iconografico il volto dell'Emmanuel, senza barba, eternamente giovane, è in simmetria perfetta con il volto del Cristo storico, barbato, nella volta della corrispettiva cappella di san Paolo o protesis. Il Verbo eterno reca anche un cenno alla sua specifica appartenenza al Popolo ebraico, nelle fasce bianche e strette, recanti segni geometrici che sono assimilabili al noto mantello bianco a strisce, frangiato, di ampio uso nel giudaismo rabbinico. Splendide le realizzazioni iconiche dei quattro Serafini, ciascuno ricoperto da sei ali dove, preziosità e potenza si miscelano in un grande effetto relazionato alla trascendente presenza di questi Esseri angelici vicinissimi alla Gloria Divina. L'abbinamento tra la figura isaiana dell'Emmanuele e la persona dell'Apostolo Pietro, ci conduce ad apprezzare il pensiero emergente dalla sua 'Prima' Lettera, da tutti riconosciuta come un luminoso esempio di teologia pasquale, perfetto compimento delle liturgie ebraiche della Prima Alleanza e delle profezie messianiche fiorite in essa.