Nel ciclo della vita dell'apostolo Pietro è qui inserita la guarigione del paralitico di nome Enea (At 9, 32-35), dimorante in Lidda, città attualmente denominata Lod, nel distretto centrale dello stato di Israele, conosciuta per la stazione aeroportuale internazionale Ben Gurion e per la fecondità della celebre pianura del Saron. In questo insediamento, strategico per quanti raggiungevano Gerusalemme dalla costa mediterranea, Pietro risana il malato che l'Autore del mosaico raffigura come facoltoso, adagiato su un letto ampio, con poggiatesta dorato. Un servo vestito in modo ricercato, si affaccia da una tenda della ricca casa. Sullo sfondo, il volto di una donna, intravista nel piano superiore di una casa, aggancia l'evento miracoloso di Lidda con quello successivo della risurrezione di Tabità o Gazzella nella vicina città rivierasca di Ioppe (At 9, 36-43), l'attuale Jaffa, importante località a sud di Tel Aviv. Il suo porto era nell'antichità 'la porta' commerciale della città santa di Gerusalemme. Qui le navi scaricavano i pregiati legni dei cedri del Libano, destinati alla costruzione del Tempio di Salomone. La conoscenza della ricchezza del territorio, indiretta per il narratore biblico, è parte del patrimonio conoscitivo degli autori del nostro mosaico. L'ultima parte dell'iscrizione latina riproduce quasi alla lettera il testo di Atti 9, 34: Enea, sanet te Jhesus Christus ("Enea ti guarisce Gesù Cristo").