Thomas Beckett

Questa immagine dell’Arcivescovo di Canterbury è l’unica tramandataci. Il motivo della sua presenza nel repertorio iconografico del Duomo e dell’abside maggiore in particolare è dovuto ai rapporti tra la corte di Palermo e quella inglese ed ancora di più con la curia di Canterbury il cui Arcivescovo era in forte contrasto con il suo re a causa del diniego, più volte ribadito, di concedergli la legazia apostolica. Thomas Beckett, frequentemente si rivolse alla Regina Reggente di Sicilia Margherita di Navarra ed allo stesso futuro Re di Sicilia per avere appoggio alla sua causa e successivamente per dare asilo in Sicilia ai suoi parenti fuggitivi, perché minacciati per ritorsione da EnricoII il Plantageneto. Nel Dicembre del 1170 L’arcivescovo è ucciso nella cattedrale di Canterbury dai sicari di Re Enrico, appena tre anni dopo viene canonizzato nel 1173 da Alessandro III . L’anno prima inizia la fondazione del Duomo di Monreale ed è ragionevole pensare che durante la stesura del programma iconografico il pensiero del Re e della Regina Madre sia andato al martire arcivescovo di Canterbury grande amico dei Siciliani collocando la sua effige tra quelle dei grandi santi nel 'sancta sanctorum' o abside centrale. Inoltre essendo in programma il matrimonio di Guglielmo di Sicilia con la principessa Giovanna, figlia di Enrico II d’Inghilterra e sorella di Riccardo Cuor di Leone, la corte di Palermo voleva tangibilmente dissociarsi dal delitto compito nella cattedrale. Dal punto di vista storico-iconografico l’immagine di Thomas Beckett rappresenta un documento di grande importanza non solo perché è l’unica esistente ma anche per la compiutezza dei particolari (tonsura e parte dell’abbigliamento) che trovano riscontro anche nella tapisserie de Bayeux scena 30 che ritrae l’Arcivescovo Stigant durante l’incoronazione di Aroldo.